La lealtà verso i nostri valori e le ragioni di una scelta

Lasceremo le polemiche personali agli altri, perché non ci toccano, non ci appartengono e non ci interessano.
Le delibere del CSM e le storie professionali dei colleghi parlano da sole.

Quando nell’aprile 2016 si formò la Giunta unitaria, dopo un decennio di Giunta di maggioranza, ritenevamo che fosse nell’interesse della magistratura avviare un vero e concreto confronto tra i gruppi.

E ritenevamo che fosse nell’interesse della magistratura proporre un Presidente come Piercamillo Davigo, un magistrato che ha fatto la storia della giustizia italiana e che nel suo anno di presidenza ha restituito centralità, autorevolezza e prestigio all’ordine giudiziario, nei confronti sia della politica che dell’opinione pubblica.

E’ risibile sostenere che fosse Piercamillo Davigo ad avere bisogno di quella carica per ottenere visibilità mediatica e non invece l’ANM.

Ed è risibile sostenere che abbiamo sacrificato l’unità della Giunta per aspirazioni elettorali, come se il problema fosse l’eco elettorale che può avere chi denuncia la deriva dell’autogoverno e non la gravità del fatto che viene denunciato.

Abbiamo sacrificato l’unità della Giunta solo perché era in gioco la nostra credibilitá e quella della stessa ANM.

A&I è nata per contestare il sistema di potere delle correnti, che trova la sua massima espressione nelle scelte “discrezionali” consiliari. Questo era ed è per noi un tema identitario.

Proprio per questo, sin dalla prima riunione del CDC abbiamo posto la questione del ruolo e dei compiti dell’ANM nei confronti del CSM.

Ci siamo sentiti chiedere più e più rinvii per la trattazione del tema ed abbiamo, responsabilmente, atteso.

Abbiamo più e più volte denunciato, con vari comunicati, gli effetti prodotti dal tanto decantato nuovo testo unico sulla dirigenza giudiziaria ed abbiamo registrato il costante silenzio degli altri gruppi sul punto.

Abbiamo ottenuto dopo mesi e dopo una lunghissima discussione la creazione di un gruppo di lavoro che si occupasse del CSM ed ancora una volta, responsabilmente, abbiamo accettato questo compromesso sperando che fosse il primo piccolo passo nella direzione giusta.

Ci sono voluti mesi – e una nostra nuova richiesta di porre il tema all’ordine del giorno – per ottenere una mera bozza di lavoro su uno solo dei problemi sul tappeto, le nomine a direttivi e semidirettivi di magistrati provenienti dal fuori ruolo, bozza che peraltro nemmeno è stata messa in discussione al CDC. Nel frattempo, il CSM ha continuato con le nomine a dirigenti di magistrati direttamente provenienti dal fuori ruolo.

E, mentre l’ANM procedeva lentamente e timidamente sul tema del rapporto con il CSM, l’organo di autogoverno continuava a proporre nomine per noi sempre più incomprensibili e da ultimo anche in aperto contrasto con i passi che, in ANM, pensavamo di aver fatto tutti insieme (o quasi) nella direzione giusta.

L’ANM a maggioranza ha chiesto con nettezza al legislatore di prevedere il collocamento definitivo del magistrato proveniente dalla politica fuori dall’esercizio della giurisdizione, con funzioni amministrative non dirigenziali.

Il CSM ha invece ritenuto di proporre come presidente di un ufficio giudiziario un ex deputato preferendolo ad una collega più anziana e già con funzioni semidirettive.

Se il CSM, tramite i consiglieri espressi dai gruppi, esprime una posizione legittima ma chiaramente contrastante con quella che quei gruppi esprimono in ANM, è abbastanza surreale dilettarci su appassionanti dibattiti di diritto costituzionale, perché esprimere una rispettosa e ferma critica è l’unico modo per far capire che a quella posizione dell’ANM i gruppi credono sul serio.

Ma la questione è che il tema, per noi gravissimo, da altri non è percepito con altrettanta gravità, visto che ci siamo addirittura sentiti dire che il problema poteva al più riguardare due o tre nomine, una sciocchezza insomma dinanzi alle magnifiche sorti e progressive di una riforma  dell’ordinamento giudiziario che ha finalmente privilegiato il merito e le attitudini rispetto all’anzianità!

Questo il contesto in cui gli altri gruppi hanno votato contro le nostre richieste al CSM di reintroduzione di fasce di anzianità e di punteggi oggettivi che esprimano il pregresso percorso professionale (come era previsto per gli incarichi semidirettivi fino al 2008), nonché di reintroduzione delle griglie di valutazione nei giudizi della Commissione tecnica per il conferimento delle funzioni di legittimità e l’aumento dei punteggi di anzianità per i concorsi in cassazione e procura generale presso la cassazione.

Gli altri gruppi hanno invece preferito rivolgere istanze di riforma al legislatore accontentandosi, ancora una volta, dell’ennesimo approfondimento demandato ad un gruppo di lavoro e di generici inviti al CSM.

Restare in questa giunta avrebbe fatto dunque perdere credibilità a noi ed anche agli altri, perché era evidente la siderale distanza tra di noi su questi temi e perché un’unità di facciata non fa bene a nessuno.

Siamo dalla parte dei tantissimi magistrati demotivati che ormai non fanno più domande o che non ne hanno mai fatte perché sanno che non passeranno mai; di quei magistrati umiliati che, pur meritando e con tanti anni di anzianità, per ricordare che hanno domande pendenti si sentono consigliare di chiamare i consiglieri in carica, i potenti di corrente o addirittura i colleghi già candidati al prossimo Consiglio (candidati un anno prima proprio per fare capire chi è e chi sarà il nuovo potente); di quei magistrati bravissimi che da anni fanno domande semplici, come ad esempio quella di componente della commissione di concorso in magistratura, e poi vedono chi sono i prescelti; di quei magistrati ingenui che ancora si chiedono come sia possibile l’assenza di bandi e di criteri certi per il conferimento di incarichi retribuiti come quelli previsti dall’art. 28.

E quei magistrati debbono poter protestare e pretendere un autogoverno migliore, perché di certo a delegittimarlo non sono stati loro.

E noi continueremo ad essere la loro voce in ANM, non facendo mai mancare agli altri gruppi il nostro sostegno quando potremo esprimere posizioni comuni e condivise a tutela della Giustizia e dell’autonomia e indipendenza dei magistrati.

Il Gruppo di Coordinamento di Autonomia&Indipendenza

In calce i video dell’intervento del nostro Presidente Piercamillo DAVIGO al CDC dell’A.N.M. del 07 Luglio 2017

Intervento DAVIGO – CDC 07.07.2017 – parte I

Intervento DAVIGO – CDC 07.07.2017 – parte II

 

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