Il gruppo di Autonomia&Indipendenza esprime un netto disappunto in ordine alla proposta di delibera formulata dal Comitato di Presidenza del C.S.M. per l’affidamento a ben 17 magistrati esterni al Consiglio dell’incarico di collaborazione con la Quinta Commissione per l’elaborazione dei profili dei candidati a posti direttivi e semidirettivi, nonché alla stesura delle bozze di delibere per il conferimento di suddetti incarichi, incarichi per i quali sono previsti degli emolumenti.
A prescindere ovviamente dalla sicura professionalità dei prescelti, non si può non rilevare che la scelta è stata operata senza bandire alcun previo interpello tra tutti i magistrati e senza indicare alcun criterio predeterminato di selezione; essa quindi si presenta inconfutabilmente fondata su una totale discrezionalità del C.S.M., utilizzando il criterio della cooptazione da parte dei gruppi consiliari (Area – Unicost – M.I.), malgrado si tratti di incarichi di prestigio, che verranno retribuiti e che forniranno dei titoli preferenziali per eventuali futuri concorsi per i ruoli del C.S.M. (la Segreteria e l’Ufficio Studi) .
Siamo ben consapevoli che si tratta di una prassi ormai in vigore da molti anni, ma invece di cercare di affrontare con maggior trasparenza il problema reale di fornire un ausilio esterno allo svolgimento dell’attività del C.S.M. (che evidentemente non riesce a farvi fronte con la sola struttura interna), assistiamo ad una dilatazione di questo tipo di incarichi.
Infatti nel caso di specie si tratta di affidare l’incarico a ben 17 magistrati, e quello che più rileva, di affidare agli stessi non solo il compito di redigere le motivazioni delle delibere (quindi collaborare ad una fase successiva rispetto alle decisioni del C.S.M.), ma anche di essere utilizzati per la preparazione dei profili dei candidati, i cosiddetti “medaglioni”, che tutti sanno essere un momento di particolare importanza nell’attività preparatoria delle scelte della V Commissione, in quanto i profili condizionano non poco le valutazioni dei Consiglieri che fanno affidamento sulla completezza ed imparzialità dei suddetti “medaglioni”.
In sostanza, invece di limitare al minimo l’apporto esterno di magistrati, al momento scelti inevitabilmente per pura cooptazione, ci troviamo di fronte all’ennesima opzione di allargamento della discrezionalità dell’organo di autogoverno, senza bilanciare questa scelta da un maggior livello di trasparenza nella selezione.
Tale vicenda ripropone al centro dell’interesse di tutti anche il problema della poca trasparenza della selezione dei magistrati addetti a tempo pieno alla Segreteria ed all’Ufficio Studi del C.S.M., organi fondamentali per il corretto funzionamento dell’Organo di autogoverno.
Anche sul punto sarebbe opportuno una completa rivisitazione della disciplina di selezione, ad esempio prevedendo dei concorsi con prove scritte anonime in materia di ordinamento giudiziario, in modo da poter selezionare i più preparati nella materia, anche attingendo tra i magistrati che non appartengono a nessun gruppo associativo, che di fatto al momento non vengono mai selezionati per questo tipo di prestigiosi incarichi.
La trasparenza dell’attività del Consiglio Superiore non può che passare anche da queste scelte.
Il Gruppo di Coordinamento di A&I